Dopo lunga e penosa malattia

Dopo lunga e penosa malattia
Chi segue un po’ il mio blog e segue la mia Rubrica dei Libri 
sa già che amo molto leggere Andrea Vitali.
Questo è, fra i suoi romanzi, un’eccezione alle trame usuali dove Bellano e il suo lago
fanno di solito da sfondo a storie divertenti e rocambolesche pregne di personaggi
dai nomi strani o quantomeno inusuali.
Qui abbiamo un giallo dove i protagonisti hanno nomi normalissimi e dove l’autore
ha cercato di costruire una storia misteriosa da scoprire fra dubbi, sorprese e rivelazioni.
Il risultato?
Deludente per quanto mi riguarda perché il giallo non è avvincente ma ripetitivo,
le sorprese non arrivano e i misteri non si spiegano.
Il finale poi è davvero senza infamia e senza lode.
Spero che in futuro il Vitali prosegua sulla vecchia strada 😉
LA TRAMA
Sono le tre di notte del 4 novembre. Il dottor Carlo Lonati viene chiamato per un’urgenza, il paziente lo conosce bene. Attraversa sotto una pioggia micronizzata i cinquecento metri che lo separano dalla casa del notaio Luciano Galimberti, suo antico compagno di bagordi. Può solo constatarne la morte per infarto. Ma c’è qualcosa che non lo convince, e nelle ore successive arrivano altri indizi e i sospetti crescono. Il dottore non può fare a meno di indagare: vuole sapere se il suo vecchio amico è davvero morto per cause naturali. Per farlo, dovrà conquistare la fiducia della moglie e della figlia di Galimberti. E scoprire che la verità si trova forse sull’altra sponda del lago di Como. “Dopo lunga e penosa malattia” è l’unico giallo scritto da Andrea Vitali. E forse non è un caso che abbia come protagonista un medico sensibile e acuto. L’indagine è concentrata in una settimana, tra le esitazioni dell’improvvisato detective e il moltiplicarsi di tracce e confidenze, fino al colpo di scena finale.