La luce sugli oceani

Eh si, in estate si riesce a leggere molto di più.
Anche questo libro l’ho preso in prestito in biblioteca perché ero incuriosita dalle critiche positive lette.
Solo che leggere le critiche è un conto, leggere il libro è un altro.
Non saprei dire esattamente cos’è che non funziona in questa storia, ma sinceramente,
tutto questo clamore non lo comprendo.
Si d’accordo,  è scritto bene, la storia è credibile e possibile, l’ambientazione è suggestiva
(l’Australia e il mare giocano un ruolo non indifferente sul mio immaginario)
eppure…
manca di qualcosa!
Intanto la figura del protagonista Tom, è laconica, troppo seria e a tratti pesante con i suoi
rimorsi di coscienza da dopoguerra e di contro la figura di Isabel e esageratamente leggera dall’inizio alla fine.
Tutto il resto ci sta, ma ci sta senza colpi di scena né momenti appassionanti.
E poi, di mio, non capisco mai l’accanimento oltre ogni limite verso la maternità ad ogni costo.
Insomma l’avrete capito, non comprate questo libro ma se volete leggerlo fatevelo prestare 😉
LA TRAMA

Isabel ama la luce del faro tra gli oceani, che rischiara le notti. E adora le mattine radiose, con l’alba che spunta prima lì che altrove, quasi quel faro fosse il centro del mondo. Per questo ogni giorno scende verso la scogliera e si concede un momento per perdersi con lo sguardo tra il blu, nel punto in cui i due oceani, quello australe e quello indiano, si stendono come un tappeto senza confini. Lì, sull’isola remota e aspra abitata solo da lei e suo marito Tom, il guardiano del faro, Isabel non ha mai avuto paura. Si è abituata ai lunghi silenzi e al rumore assordante del mare. Ma questa mattina un grido sottile come un volo di gabbiani rompe d’improvviso la quiete dell’alba. Quel grido, destinato a cambiare per sempre la loro vita, è il tenue vagito di una bambina, ritrovata a bordo di una barca naufragata sugli scogli, insieme al cadavere di uno sconosciuto. Per Isabel la bambina senza nome è il regalo più grande che l’oceano le abbia mai fatto. È la figlia che ha sempre voluto. E sarà sua. Nessuno lo verrà a sapere, basterà solo infrangere una piccola regola. Basterà che Tom non segnali il naufragio alle autorità, così nessuno verrà mai a cercarla. Decidono di chiamarla Lucy. Ben presto quella creatura vivace e sempre bisognosa d’attenzione diventa la luce della loro vita. Ma ogni luce crea delle ombre. E quell’ombra nasconde un segreto pesante come un macigno, più indomabile di qualunque corrente e tempesta Tom abbia mai dovuto illuminare con la luce del suo faro.